Usare ChatGPT per il copywriting: pro e contro

ChatGPT è uno strumento molto utile per suggerire delle idee, ma quando si tratta di generare una scrittura davvero empatica e ricca di emotività, che aiuti a convertire un lead, finisce per essere banale e ripetitivo. Ma ci sono dei piccoli trucchi per aggiustare il tiro.

Il web copywriting si basa sull’assunto che le emozioni vendono, mentre le parole raccontano. È simile alla classica regola dello storytelling o della scrittura creativa: show, don’t tell. Lo scopo è sempre lo stesso: suscitare una risposta emotiva che spinga all’acquisto e lasciare, al contrario, la parte razionale (di spiegazione dell’acquisto) all’utente, solo dopo che questi ha acquistato.

Quanto è utile ChatGPT di Open AI in questo contesto?

Preso come puro generatore di testi, ben poco. Vediamo un esempio concreto, in questo breve filmato:

Il copy generato da ChatGPT è blando e poco efficace. Utilizza un impianto emotivo, ma è così generico e distaccato dal non produrre alcun effetto di empatia.

Le formule emotive si basano più su aspetti lirici. Il tentativo di richiamare l’attenzione sul pain point (la nota dolente, lì dove il nostro prospetto vorrebbe trovare un sollievo), viene immediatamente frustrato da una scrittura fredda che abusa di formule note.

Sembra più un testo riempitivo.

Chi utilizza ChatGPT sa che mostra una grave incoerenza lungo l’intera chat, ogni volta che si comincia a dialogare. A volte è necessario ricordargli cosa vogliamo, perché tende a “dimenticare” le regole fissate nel prompt.

La mancanza di coerenza lo porta a strafare. Se gli chiedessimo di essere più persuasivi e più emotivi, finirebbe con l’accentuare il tratto lirico e poetico anziché focalizzarsi sui punti critici.

Si potrebbe aggirare il problema chiedendogli di indicare quali sono i pain point tipo legati al prospetto che vogliamo attrarre.

In questo caso, la risposta sembra già più coerente:

Non rimane altro da fare che dargli questa sua risposta come riferimento, in modo che possa rivedere il testo persuasivo, basandosi inizialmente sui pain point.

La differenza con il primo testo è minima, e nonostante ora ci si focalizzi su qualcosa di più concreto, la composizione è inefficace, spenta, poco comunicativa. Non genera reale sollievo.

Come mai?

  • Anzitutto ci sono delle limitazioni evidenti insite nello strumento. Non assume rischi e impiega un registro comunicativo standard.
  • Poi usa le parole singole per convogliare l’emozione, ma questa viene suscitata con più successo all’interno di un costrutto comunicativo più elaborato, come la frase.
  • Le formule usate, nonostante sappiano di marketing, sono abusate. L’utente potenziale acquirente le conosce già e quindi sono sterili, se non vengono calate nella sua dimensione personale.
  • Da un punto di vista comunicativo, il sollievo è espresso in modo didascalico. Significa che ChatGPT prende troppo alla lettera il concetto di pain point e non sa cogliere la sfumatura. Il risultato finale è che accentui le problematiche anziché risolverle.
  • Nota poi come non prenda l’iniziativa più importante: semplificare il testo, introdurre dei colloquialismi, scegliere il pain point più importante sul quale puntare.

Come usare al meglio ChatGPT nel copywriting

Usarlo come supporto nel brainstorming, per completare la propria idea. Nel web copywriting l’obbiettivo è convertire il lead o l’utente generico, che ha un problema specifico (o un bisogno) che il prodotto o servizio risolve.

In tanti confondono il SEO copywriting con il web copywriting. Il SEO copywriting riguarda un testo scritto avendo in mente il motore di ricerca; l’ottimizzazione consiste nel piazzare le parole chiavi in alcuni precisi elementi HTML, che Google interpreta come importanti per definire il contenuto.

L’una cosa non esclude l’altra, e il web copywriting può essere inserito in un articolo ottimizzato, per spingere a cliccare sulla call-to-action.

Ma nel caso di landing page, le parole chiavi sono l’ultima cosa che ci interessa, una volta che si sono ottimizzati gli aspetti riguardanti la performance della pagina.

Prova con questo procedimento

  1. Mai scrivere un prompt complesso e non copia-incollare il testo. Prompt complessi e con molte indicazioni finiscono per essere comunque disattesi. O essere molto meccanici.
  2. Illustrare a ChatGPT cosa fa il prodotto o il servizio, dandogli indicazioni su prodotti e servizi analoghi.
  3. Chiedere a lui che tipo di problemi il prodotto risolve.
  4. Cercare su forum, recensioni e community persone che hanno questi problemi, chiedergli un parere, incollando i pezzi di testo.
  5. Chiedergli quindi il target ideale, cioè la buyer persona, che ha spesso quel problema.
  6. Chiedergli di identificare, in base alla tipologia di buyer persona, quali sono i pain point più forti e immediati che il prodotto / servizio risolve.
  7. Scegliere tra questi pain point quello più in trend o che qualifica meglio l’offerta.
  8. Chiedere infine un set di testi basati sul punto 7.

Anche questo testo finale non va incollato di sana pianta, ma va rivisto e corretto, dandogli una carica emotiva. La possibilità che sia noioso, banale, già visto sono molto alte, proprio per la natura di ChatGPT.

Solo dopo averlo aggiustato potrebbe essere inserito in una sequenza di conversione (funnel). Sempre tenendo conto che la landing page, il testo, o l’email avranno bisogno di ulteriore rinforzo (come le recensioni, una grafica chiara ed espositiva, un’offerta irrinunciabile e così via).

Analogo discorso vale per altri tool AI generativi.

Pietro Soddu

Senior web marketing manager

Aiuto PMI, professionisti, siti web e attività locali a trovare il loro posto nella rete, aumentando visite e ricavi.